È la patologia più diffusa nel nostro Paese, nonché uno dei più importanti fattori di rischio  cardiovascolare: l’ipertensione  arteriosa colpisce ormai circa un italiano su tre
 soprattutto nelle  fasce di età dai 40 agli 80 anni, ma solo la metà sa
 di essere iperteso e  solo 1 su 4 si rivolge a un medico o fa ricorso a
 una terapia adeguata. I dati della patologia che ormai viene definita "il killer silenzioso"
 arrivano dalla Siia, la Società italiana di ipertensione arteriosa, che
 dal 4 al 7 ottobre è riunita a Roma nel corso del XXIX Congresso 
Nazionale.
In particolare, spiegano gli esperti, tra le cause più note di un insufficiente controllo  pressorio,
 oltre alla difficoltà riscontrata da parte dei pazienti di adeguare il 
proprio stile di vita ai cambiamenti richiesti dalla patologia, c'è l'insufficiente aderenza al  trattamento farmacologico soprattutto quando questo è piuttosto complesso e  richiede il ricorso a molte compresse.
"In considerazione di questi dati insoddisfacenti che riguardano  sia l’Italia che molti altri Paesi Europei
 - spiega Massimo Volpe, presidente del Congresso e direttore della 
cattedra di Cardiologia della facoltà di  Medicina dell’Università La 
Sapienza di Roma, Ospedale  Sant’Andrea - la Siia ha fissato l’obiettivo
 di passare in 4 anni, ovvero entro il 2015,  dal 25% attuale dei 
pazienti con un soddisfacente controllo  pressorio (<140/90 mmHg) al 
70%". Il progetto, definito "Obiettivo 70%" prevede il 
ricorso a interventi su stili di  vita, prevenzione, misurazione della 
pressione arteriosa a domicilio e  in farmacia, informazione, 
comunicazione, cooperazione con tutte le  categorie professionali della 
Sanità, linee guida e raccomandazioni  terapeutiche semplificate.
Fonte: Salute 24 

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